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Stalker nell'era della privacy: il paradosso del controllo invisibile

Salute e benessere

Stalker nell'era della privacy: il paradosso del controllo invisibile

Intervista a Letizia Bonelli, consulente in reputazione digitale e diritti della persona

Redazione

28 Maggio 2025 15:23

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Il benessere non è solo fisico ma anche mentale, è importante conoscere per potersi meglio destreggiare in questo, ormai, nostro 'strano mondo'. Per questo pubblichiamo l'intervista a Letizia Bonelli, consulente in reputazione digitale e diritti della persona.

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Viviamo nell'epoca della privacy, ma anche dell'esposizione costante. È un paradosso?
"Assolutamente sì. Apparere et latere - apparire e nascondersi - è il dualismo che segna il nostro tempo. Ogni post, ogni like, ogni condivisione è una finestra che si apre sul nostro mondo interiore. Ma dietro quella finestra, spesso, si annida uno sguardo che osserva in silenzio. Lo stalker di oggi non ha bisogno di varcare la soglia: entra nelle nostre vite senza bussare, travestito da follower".

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Cosa cambia, allora, tra il persecutore tradizionale e quello digitale?
"Mutatis mutandis, cambia la forma ma non la sostanza. Il desiderio di possesso, di controllo, di presenza ossessiva è lo stesso. Solo che oggi si esercita nell'ombra, con strumenti apparentemente innocui: un commento lasciato di notte, un accesso continuo alle storie, un profilo falso. È il controllo che si fa spettro, presenza senza corpo".

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Che ruolo gioca la tecnologia in tutto questo?
"
 La tecnologia è come il fuoco di Prometeo: può illuminare o bruciare. Oggi siamo tutti cartografi della nostra esistenza online, ma non sempre ci accorgiamo che stiamo lasciando tracce. Vestigia semper manent - le tracce restano. Lo stalker sa leggerle, sa seguirle. E spesso, sa usarle contro di noi".

E la legge? Ci tutela davvero?
" La legge c'è, e va rafforzata. Lo stalking è un reato (art. 612-bis c.p.), ma serve più consapevolezza culturale. La vera difesa inizia dalla conoscenza. Nescit vox missa reverti - una parola detta non torna indietro, e lo stesso vale per le immagini e i dati. Educare alla privacy significa educare alla libertà".

Un messaggio finale per chi si sente osservato, controllato, violato?
"Non siete soli. Ogni forma di persecuzione, anche la più invisibile, è una violazione della dignità. Il silenzio è complice del male. Vulnerant omnes, ultima necat - tutte le ore feriscono, l'ultima uccide: non aspettate l'ultima. Parlate, denunciate, chiedete aiuto. Difendere la propria intimità è un atto di coraggio e di amore verso se stessi".

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