Sanità Italia
Obiettivo Trauma: La Simulazione Avanzata come Nuovo Standard nella Formazione Chirurgica
Intervista a Dr. Giovanni Di Lorenzo, "Presidente del Congresso Nazionale "Obiettivo Trauma"

In che modo la simulazione avanzata ha modificato l'approccio alla formazione dei chirurghi e dell'équipe operatoria nella gestione dei traumi di interesse chirurgico?
"Negli ultimi anni, l'approccio alla formazione in chirurgia ha subito una trasformazione radicale, soprattutto grazie all'introduzione della simulazione avanzata. In passato, la formazione chirurgica si basava esclusivamente sull'esperienza diretta in sala operatoria, affiancati da un "maestro" - figura centrale, spesso egocentrica, che non sempre garantiva una crescita effettiva dell'allievo, né aveva strumenti pedagogici strutturati. Questo modello ha mostrato i suoi limiti nel tempo. Oggi, invece, ci troviamo in una nuova era: quella della simulazione. Abbiamo sviluppato modelli didattici sempre più realistici, partendo da simulatori statici - come i box laparoscopici - che permettono l'acquisizione delle competenze tecniche di base, fino ad arrivare a modelli dinamici su preparati anatomici ventilati e perfusi. Questi ultimi rappresentano un enorme passo avanti, perché permettono di riprodurre fedelmente le condizioni reali di un paziente politraumatizzato, offrendo ai discenti l'opportunità di esercitarsi in sicurezza anche su manovre chirurgiche complesse e raramente eseguibili nella pratica clinica quotidiana, come quelle richieste in caso di gravi emorragie. Questa evoluzione non solo entusiasma i giovani in formazione, ma coinvolge anche chirurghi esperti, desiderosi di aggiornarsi e di misurarsi con tecniche nuove e scenari critici. La simulazione, in questo senso, diventa un linguaggio comune, uno strumento di democratizzazione della conoscenza che consente a tutte le équipe chirurgiche d'urgenza e trauma di migliorare le proprie competenze, riducendo i margini di errore e aumentando la sicurezza per i pazienti. È proprio questo uno degli obiettivi fondamentali del Congresso Nazionale "Obiettivo Trauma": promuovere una cultura condivisa della formazione avanzata, affinché ogni chirurgo possa affrontare l'emergenza traumatica con prontezza, consapevolezza e abilità tecniche raffinate, in un contesto dove il fattore tempo è determinante".
Quali competenze psicologiche e comportamentali ritiene fondamentali nella gestione del trauma e come la simulazione può contribuire al loro sviluppo?
" Nel percorso evolutivo del Congresso "Obiettivo Trauma", a partire dalla terza edizione ho voluto fortemente inserire una riflessione strutturata sull'aspetto psicologico nella gestione del trauma. Questo perché, purtroppo, in molti centri esistono ancora profonde lacune nella presa in carico non solo del paziente traumatizzato, ma anche dei suoi familiari - e, non da ultimo, dell'équipe medica che affronta queste situazioni ad alta intensità emotiva. Partiamo dal paziente. Quando è cosciente, il supporto psicologico può e deve essere attivato subito. Ma anche quando è stato necessario procedere rapidamente con la sedazione, al risveglio il paziente si trova spesso disorientato, pieno di domande. In quei momenti, capita che le sue richieste vengano rivolte a figure non adeguatamente formate a gestirle - infermieri, personale in transito, medici impegnati in altro. È qui che la presenza dello psicologo si rivela cruciale: per affiancare il paziente nel delicato ritorno alla consapevolezza, offrendo risposte ponderate, empatiche e rispettose del vissuto traumatico. Un discorso analogo vale per i familiari. Comunicare un evento traumatico è una delle sfide più difficili. Anche quando la parte clinica è affidata ai medici, i parenti hanno bisogno di un sostegno immediato, umano, continuo. Lo psicologo diventa quindi un punto di riferimento, una figura a cui aggrapparsi mentre il proprio caro è in sala operatoria o in rianimazione, rappresentando un ponte tra la complessità tecnica e la dimensione emotiva. Infine - ma non per importanza - c'è l'équipe chirurgica. L'impatto psicologico di un intervento d'urgenza può essere enorme, sia in caso di esito negativo che positivo. Se l'intervento non va come sperato, emergono dubbi, frustrazioni, sensi di colpa. Ma anche il successo può portare a un eccesso di euforia, che rischia di far perdere lucidità nella comunicazione o nella gestione post-operatoria. È quindi fondamentale offrire anche ai professionisti momenti di debriefing e confronto con specialisti del settore, per elaborare le emozioni e mantenere un equilibrio comportamentale adeguato. La simulazione avanzata, in questo senso, si rivela uno strumento formativo potentissimo non solo sul piano tecnico, ma anche relazionale e psicologico. Il nostro obiettivo, che stiamo sviluppando anche attraverso progetti pilota e che intendiamo portare su scala nazionale, è proprio questo: formare chirurghi non solo abili con le mani, ma anche consapevoli, stabili, empatici e in grado di affrontare la complessità del trauma in tutte le sue sfaccettature".
Quali sono, secondo lei, le prospettive future della simulazione avanzata nella formazione per la gestione del trauma chirurgico?
"Il futuro della simulazione avanzata nella formazione per la gestione del trauma chirurgico si muove in una direzione sempre più chiara: creare un linguaggio universale, condiviso, per l'approccio al paziente politraumatizzato. Questo è esattamente lo spirito con cui nasce e cresce il progetto Obiettivo Trauma, come suggerisce il nome stesso. L'obiettivo è ambizioso ma fondamentale: garantire che, da Caltanissetta a Milano, ogni chirurgo, ogni équipe sanitaria, possa affrontare il trauma seguendo protocolli comuni, standardizzati e validati. A tal fine, abbiamo integrato il progetto Obiettivo Trauma in una piattaforma dedicata, inserita in un'iniziativa più ampia denominata Quotidiano Benessere, che si propone come strumento operativo e culturale al servizio di chi lavora quotidianamente nella gestione delle emergenze traumatiche. Questa piattaforma rappresenta un luogo virtuale in cui condividere esperienze, ridefinire linee guida e migliorare continuamente le procedure, grazie anche al confronto tra centri di diversa estrazione e dimensione. Ma ciò che realmente fa la differenza - oggi come domani - è l'armonia e l'affiatamento dell'équipe multidisciplinare. Nel trauma, spesso si agisce prima ancora di avere il tempo di riflettere. Ed è proprio per questo che serve una preparazione solida, condivisa e allenata attraverso la simulazione avanzata: per trasformare ogni azione, anche quella più istintiva, in un gesto sicuro, coordinato e salvavita".
(Articolo Acoi - 6835d1700fdac.pdf)